Il pignoramento presso terzi è una delle forme più utilizzate dai creditori per recuperare un debito non pagato. In questo caso non vengono pignorati direttamente i beni del debitore, ma le somme o i crediti che spettano al debitore e che sono detenuti da un soggetto terzo, ad esempio una banca o il datore di lavoro.
Per il debitore, trovarsi destinatario di un atto di pignoramento presso terzi può essere molto difficile da gestire, ma conoscere le regole e le possibili difese è fondamentale.
1. Cosa significa ricevere un pignoramento presso terzi
Quando un debitore riceve la notifica di un atto di pignoramento presso terzi, significa che:
- il creditore ha ottenuto un titolo esecutivo (ad esempio un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo o una sentenza);
- è stato notificato l’atto di precetto con intimazione a pagare;
- non avendo pagato, il creditore ha chiesto al giudice di vincolare somme presso terzi.
In altre parole, il debitore rischia di perdere direttamente parte dello stipendio, della pensione o del saldo sul conto corrente.
2. Cosa può essere pignorato
Il pignoramento presso terzi colpisce:
- Stipendio: pignorabile fino a un quinto, salvo altre trattenute già in corso.
- Pensione: pignorabile nei limiti previsti dalla legge, garantendo al debitore il cosiddetto "minimo vitale".
- Conto corrente bancario o postale: le somme disponibili alla data di notifica.
- Crediti verso clienti (per imprenditori o professionisti).
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3. I limiti al pignoramento: tutela del debitore
Il legislatore ha stabilito alcuni limiti a tutela del debitore:
- Non tutto lo stipendio o la pensione può essere pignorato, ma solo una quota massima.
- Le somme già accreditate sul conto a titolo di stipendio/pensione sono pignorabili solo entro certi limiti.
- Alcuni crediti sono impignorabili (ad esempio assegni di famiglia o indennità assistenziali).
4. Come difendersi: le strade possibili
Un debitore non è privo di strumenti:
a) Se il debito è effettivamente dovuto
- Si può tentare una trattativa con il creditore, magari chiedendo una rateizzazione o un accordo che eviti l’esecuzione.
- In alcuni casi, se la situazione economica è grave, si può valutare la procedura di sovraindebitamento prevista dal Codice della Crisi, che consente di ridurre o ristrutturare i debiti.
b) Se il pignoramento si basa su un titolo ingiusto o errato
- Il debitore può proporre opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi.
- In caso di decreto ingiuntivo, l’opposizione va proposta entro 40 giorni dalla notifica, salvo che il decreto sia stato dichiarato provvisoriamente esecutivo.
5. Tempi e conseguenze del pignoramento
- Una volta notificato, il pignoramento blocca subito le somme presso il terzo.
- L’udienza davanti al giudice determina se e in che misura il creditore otterrà l’assegnazione.
- Per il debitore, ciò significa una riduzione immediata della liquidità o del reddito mensile disponibile.
6. Consigli pratici per il debitore
- Non ignorare la notifica: il silenzio peggiora la situazione.
- Valuta con un avvocato la possibilità di opposizione o di un accordo.
- Conosci i tuoi diritti: sapere cosa è pignorabile e in che misura ti aiuta a evitare abusi.
- Agisci in tempo: 40 giorni sono pochi, e superata la scadenza il pignoramento diventa difficilmente arrestabile.
7. Conclusioni e assistenza legale
Ricevere un pignoramento presso terzi è un evento serio, ma non significa essere senza difese.
Con l’assistenza di un avvocato, è possibile negoziare con il creditore, opporsi in caso di irregolarità o valutare strumenti di tutela come il sovraindebitamento.
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